SANTA CESAREA TERME (LE), Visite guidate alle sorgenti sulfuree

Le sorgenti sulfuree di Santa Cesarea Terme meritano senz'altro di essere conosciute e visitate. Sul sistema di accoglienza ed albergo diffuso di dimmidove si possono trovare le strutture ricettive  e di accoglienza per soggiornare nel bellissimo Comune di Santa Cesarea Terme che fornisce ogni informazione e supporto necessario per visitare le sorgenti sulfuree.
 
Le virtù delle sorgenti sulfuree di Santa Cesarea erano già note molto prima che il Galateo, nel XV secolo, ne affermasse l'efficacia curativa. Fu grazie ad una simile esperienza che la leggenda cristiana, che vuole che Santa Cesaria dimorasse nella grotta (oggi detta della Madonna, Grotta Grande o Grotta Sulfurea), si sostituì al mito pagano e dissipò l'antico terrore verso quel mare. Le testimonianze di come le acque si dimostrassero "giovevoli a molte malattie" (Girolamo Marciano) si moltiplicano nel XV secolo e in quelli successivi. Ciononostante, la conoscenza scientifica delle qualità terapeutiche delle acque termali di Santa Cesarea non fu avviata prima del 1800
 
Il rinnovamento civile che cominciò a verificarsi nella seconda metà del XVIII secolo anche nell'Italia meridionale, insieme con l'indipendenza politica portatavi dalla dinastia dei Borbone, comportarono un nuovo entusiasmo per il progresso scientifico. Il fervore di iniziative suscitato si mutò, agli inizi del XIX secolo, grazie alla legislazione del periodo napoleonico e murattiano, in un'ulteriore spinta allo svecchiamento del quadro sociale. Il fermento di rinnovazione significò l'abolizione delle giurisdizioni baronali con tutti i loro privilegi, monopoli e freni economici. Si fece avanti una borghesia terriera e degli affari, aumentò il numero dei professionisti, circolò più denaro. Ci si accorse, così, della potenziale ricchezza costituita dalle terme, mentre sorse, verso di esse, interesse dal punto di vista scientifico e si andò rafforzando la fama dell'efficacia terapeutica del bagno nella grotta di Santa Cesaria.
 
Col crescere del numero di famiglie che disponevano di mezzi e allargandosi, di conseguenza, il bacino d'utenza, si cominciò a pensare a un possibile abbinamento di cure termali e villeggiatura marina, in stabilimenti e case da costruirsi nel fianco nudo dalla collina, nei pressi della grotta. In questo clima muove i primi passi lo studio clinico e medico delle acque termali. Pioniere nel campo delle analisi fu il dottor Mario Micheli, il cui lavoro ebbe il merito di suscitare l'interesse di studiosi, enti culturali ed economici, autorità amministrative della provincia. Inoltre, i risultati dei suoi studi non si discostano di molto da quelli delle analisi posteriori
 
Nel 1839 nuovi studi furono effettuati sulle acque di Santa Cesarea, ma questa volta commissionati dalla Società economica di Terra d'Otranto: a partire da questo momento cominciò quell'interessamento operativo degli organi provinciali che avrebbe prodotto mutamenti decisivi nella situazione del luogo termale. Nel 1840 i due ricercatori incaricati, Raffaele Danese e Pasquale Greco, comunicarono "al Signor Presidente della Real Società Economica di Terra D'Otranto" i risultati dei loro studi, che confermarono quelli del dottor Micheli. La loro validità ricevette ulteriore conferma dalle analisi effettuate nel 1882 da Cosimo De Giorgi e nel 1879 da F. Biginelli e G. Gorini
 
L'esperienza terapeutica dei bagni sulfurei e l'allargarsi della fama e della frequentazione di questi ultimi, avevano, intanto, posto il problema delle attrezzature insufficienti e antigieniche e delle modalità per giungere ed accedere agevolmente alla grotta. La località era, infatti, all'inizio dell'Ottocento di difficile accesso. Non esisteva una strada carrozzabile, ma solo un sentiero che terminava a circa un chilometro dalla sorgente sulfurea, nel pressi della località marina "Archi". Leonardo Gabriele rievoca come "i sofferenti vi giungevano con carri agricoli e birocci, fin dove il sentiero lo consentiva, e la maggior parte di essi, per l'insufficienza delle abitazioni, si accampava sotto tendoni fissati sulle stanghe dei traini rivolte verso l'alto".
 
Nel 1839 l'intendente borbonico duca di Monteiasi comunicò al consiglio provinciale che il Re aveva ordinato che si mettesse a punto un progetto di opere per le acque salutifere di Santa Cesaria, affinché i bagni venissero resi agevoli e si costruissero dei ricoveri a salvaguardia della salute degli infermi che vi si recavano. Fu l'interessamento e l'attivismo amministrativo dell'intendente Sozi-Carafa a portare, nel 1857, al compimento la strada rotabile che conduceva da Poggiardo a Santa Cesaria. Al contrario, i lavori per rendere più agevole l'ingresso alle grotte (nel frattempo, nel 1860, si era giunti alla scoperta della Grotta Gattulla) e ospitale la località furono scarsi e privi di un progetto preciso
 
La svolta si ebbe nel maggio del 1899, mese in cui l'Intendente di Finanza assegnava alla Ditta Oronzo Sticchi di Maglie l'appalto per la gestione delle grotte termali di Santa Cesaria. Saverio Sticchi di accinse all'opera con la ferma intenzione di trasformare la località rocciosa e inospitale e a questo scopo presentò un progetto di opere murarie in sostituzione delle fatiscenti baracche che erano state costruite. Finalmente, nel settembre 1902, anche grazie all'interessamento dell'on. Vincenzo De Donno, deputato al Parlamento, furono inaugurate non solo le opere murarie, ma anche due comode scalinate che abolivano le primitive scale a pioli, rendendo più agevole e confortevole l'eccesso alle grotte. Santa Cesaria, da località inospitale e selvaggia di balze e dirupi, diventava un'oasi di piacevole soggiorno e stazione di cura, grazie anche al completamento, nel 1936, degli stabilimenti termali e delle opere adiacenti.
 
Intanto, un altro importante passo era stato compiuto: la costituzione del nuovo comune autonomo, cui fu data la denominazione di Santa Cesarea Terme (secondo Maria Corti erroneamente, giacché il toponimo sarebbe dovuto essere: Santa Cesaria Terme). Il progetto fu attuato grazie all'opera, ancora una volta, di Saverio Sticchi e all'alto interessamento dell'on. Alfredo Codacci-Pisanelli. L'intendimento di quest'ultimo era quello "di troncare la secolare vertenza tra i comuni di Minervino di Lecce e Ortelle" e di costituire un'Amministrazione comunale, che curasse i bisogni e i servizi civili richiesti dalla Stazione Termale, finora insoddisfatti a causa del conflitto fra i citati comuni. La lite riguardava "la modificazione della circoscrizione e dei confini controversi ed incerti tra Minervino e Ortelle", che comprendevano, allora, Cerfignano e Vitigliano, attualmente frazioni di Santa Cesarea Terme.

L'articolo 4 della Legge n. 753 del 25 giugno 1913 mise fine alla disputa, stabilendo che "le frazioni di Cerfignano e Vitigliano compreso il territorio denominato Marina di Santa Cesarea, fossero distaccate rispettivamente dia comuni di Minervino di Lecce e di Ortelle e costituite in un solo comune autonomo con nome di Santa Cesarea Terme"

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e' un Centro Benessere situato in una splendida e classica villa gentilizia dei primi anni del '900, completamente ristrutturata, ma che ha mantenuto intatto il fascino e l'eleganza della sua struttura originale. Posta al centro di Santa Cesarea Terme, in Via Roma n. 14, Villa Cesarea Spa, e' immersa nel verde del suo giardino ed ha una splendida vista mare.



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